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L'ibrido, quale forma incompiuta e quale non-finito aperto al cambiamento, è scelto come emblema per una mostra che intende raccontare il cambiamento che sta vivendo il mondo dell'arte, riflesso di una più ampia trasformazione che coinvolge la nostra società. Le opere artistiche, infatti, da sempre in grado di anticipare visioni e scenari culturali e sociali, si nutrono sempre più di vita e di mondi paralleli paralleli al sistema dell'arte. Etnografia, antropologia, sociologia ed ecologia si intrecciano e scambiano i ruoli all'interno del panorama culturale contemporaneo che è fisiologicamente sempre più sfaccettato, ibrido appunto, e mescolato. Questo catalogo raccoglie riflessioni e ragionamenti, confrontando opere e autori che hanno cambiato e continueranno a cambiare il modo di raccontare il mondo: fra questi si ricordano Beyus, Pistoletto e Paolini, Getulio Alviani e Gianni Pettena, fino ai contemporanei Damien Hirst, Richard Hamilton, Kiki Smith, Vedovamazzei, Maurizio Cattelan, Francesco Gennari, Roberto Cuoghi e molti altri ancora.